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E’ tempo di tornare a sapere scrivere a mano! E’ in effetti un carattere adatto ai nostri tempi moderni in cui non ci sono mai state sul mercato così tante penne, a sfera o ad inchiostro e matite di ogni tipo, forma e colore. Oltretutto la penna stilografica moderna, oltre al piacere della libertà e della creatività ci regala l’effetto inchiostro, un magico fluire liquido che ci fa scivolare velocemente sulla carta e ci distingue per autenticità dalle varie omologanti “macchine” con la tastiera…

Verba volant, scripta manent

Il grande fllosofo Socrate non voleva scrivere nulla e il suo insegnamento era essenzialmente orale. La sua giustificazione era legata al timore che un giorno lo scritto avrebbe potuto nuocere, anziché giovare. E’ pur vero che uno scritto può essere interpretato in vari modi, forse anche in modo distorto, e non può “rispondere” ad eventuali domande del lettore. Ma se non fosse per il suo discepolo Platone, il quale disattese il consiglio prendendo costantemente appunti scritti, oggi non conosceremmo i preziosi insegnamenti di filosofia di Socrate e la Storia avrebbe perso uno dei suoi più grandi maestri del pensiero.

Per giungere ai nostri giorni, diversi ricercatori hanno studiato in modo approfondito il ruolo del corsivo nell’apprendimento, dandone un parere molto favorevole. Come gli psicologi Pam A. Mueller di Princeton e Daniel M. Oppenheimer della University of California, Los Angeles. Le loro ricerche dicono che, sia nella condizione di laboratorio sia in classe, gli studenti imparano meglio quando prendono appunti a mano rispetto a quando digitano su una tastiera. Infatti, la scrittura a mano permette allo studente di elaborare i contenuti, riformularli, comprenderli in modo più approfondito e infine fissarli nella memoria a lungo termine.

Il corsivo moderno: velocità e significato

Il corsivo è il carattere più adatto per la scrittura a mano anche perché permette di scrivere in modo veloce “scivolando” verso destra, cosa che non può fare il carattere stampato che organizza parole con tutte le lettere staccate tra loro.

Il problema non è soltanto lo “stacco” della penna dal foglio perché anche il carattere corsivo richiede di staccare di tanto in tanto la penna, principalmente per fare gli “anelli” o cerchi (le lettere o, a, q, d, g, p) . La velocità del corsivo è data dalla legatura delle coppe e poiché nel corsivo vi sono molte legature, la mano corre più velocemente. (Vedi “Alfabetiere corsivo”). Gli stacchi sono abbastanza ritmici, simili ai ritmi della respirazione o della musica, che oltre a dare vitalità al tratto, creano pause di sospensione per le dita della mano durante il movimento (Metodo Primavera)

Un altro punto di forza del corsivo è il collegamento con il pensiero astratto, in quanto facilita la comprensione del testo e del suo significato. All’interno della frase, le parole sono distanziate e ciò consente durante la lettura di essere colte a colpo d’occhio come “unità di significato”.

Le parole si uniscono per dare vita a frasi cariche di significato, trovando nella punteggiatura pause, enfasi e precisazioni. Dalla successione di queste frasi nascono i periodi, e dal susseguirsi dei periodi si snoda l’intera narrazione, tessuta sulla pagina.

Il corsivo per la psicologia e la perizia

La scrittura a mano, pur nella sua complessità e varietà, riflette la personalità dello scrivente. Non esistono due scritture identiche, proprio come succede con le impronte digitali, il modo di camminare o la voce perchè ogni essere umano è speciale in modo singolare e irripetibile. Ogni scrittura è unica e, in tal senso, è molto difficile falsificare uno scritto; lo sa bene chi esegue una perizia giudiziaria, tenuta sempre in gran considerazione dal giudice.

La grafologia è una disciplina umanistica con una base scientifica rigorosa, basata su sistemi di regole e principi, che ne consentono l’interpretazione grazie alla personalizzazione individuale. Proprio come avviene in Psicologia, anche la Grafologia raccoglie teorie, scuole e metodologie applicative diverse. Storicamente in Italia, il precursore è stato un professore di logica, Camillo Baldi (Bologna, 1547 – 1634), laureato in filosofia e medicina. Grafologi importanti sono sorti nel tempo in tutta Europa, dalla fine del XIX secolo. In Italia, il contributo più importante è stato dato da Girolamo Moretti fin dal 1914; determinante per profondità e acutezza psicologica e per la definizione delle basi di una metodologia seria e rigorosa.

Negli anni ’80, un suo allievo Marco Marchesan ideò un proprio sistema interpretativo: “La psicologia della scrittura”. Oltre alla complessa parte metodologica di analisi dei segni, Marchesan eleborò un sistema interpretativo basato sulla funzionalità della psiche. L’inconscio si manifesta in forme simboliche attraverso la scrittura, proiettando inclinazioni, impulsi e tendenze. Ogni segno grafico interessa tutta la persona e la descrive in più aree contemporaneamente: nell’intelletto, nei sentimenti e nella volontà, e ci dice come l’individuo pensa, cosa prova e cosa desidera.

Il corsivo per DSA e BES

Con i DSA Disturbi Specifici dell’Apprendimento, siamo giunti al 6% della popolazione scolastica e ciò è indubbiamente preoccupante. Mi capita di leggere nelle cerificazioni, nella parte conclusiva delle diagnosi, il consiglio di optare per un carattere diverso dal corsivo in quanto considerato troppo “difficile” per un disgrafico. Al posto del corsivo viene suggerito il carattere stampato e più spesso lo stampatello. Tale scelta mi appare del tutto inopportuna e può solo fare peggiorare la disgrafia.

Il corsivo invece è utile proprio per correggere la disgrafia, se proposto in modo corretto attraverso un metodo rigoroso. Si deve partire dal presupposto che il foglio accoglie le lettere, che non sono dei segni astrusi o disegni particolari ma percorsi fatti di punti di partenza e di direzioni precise. Il Metodo Primavera è ingegnoso da questo punto di vista e ha già “salvato” molti bambini dalla frustrazione e dall’amarezza di non saper scrivere in modo chiaro e veloce.

Susanna Primavera