info@disgrafiapura.it
info@disgrafiapura.it

Vari sono i modi di comunicare degli esseri umani, vari i linguaggi espressivi. La psicologia spiega che le modalità comunicative sono fondamentalmente di due tipi: verbali e non verbali. Il linguaggio verbale si manifesta attraverso la parola detta, letta e scritta. Il linguaggio non verbale emerge dai movimenti del corpo, una forma di espressività molto personale, unica.

Vari strumenti per comunicare

Fin dall’inizio della vita, è il corpo intero ad esprimersi attraverso il movimento degli arti, l’espressività del volto, i suoni emessi nella voce, nel pianto, nel riso. E’ attraverso il corpo che il bambino entra in contatto con il mondo che lo circonda: vede e impara, tocca e impara, ascolta e impara; la prima esperienza è fisica e tale impronta rimane crescendo: si comprende veramente solo ciò che è stato oggetto di esperienza.

Nel primo anno di vita, il bambino nella sua fase motoria esplorativa, si sposta attratto da quanto lo circonda: striscia, si rotola e cerca di afferrare le cose, lasciando tracce del suo passaggio. Man mano che cresce e inizia a sperimentare anche il foglio di carta, il bambino vi proietta sentimenti, conoscenze e bisogni. Fino alla fine della Scuola Primaria egli non disegna ciò che vede ma ciò che sa (realismo intellettivo).

Per quanto riguarda lo sviluppo del disegno e della scrittura, nel corso della fase pre-adolescenziale l’attenzione del bambino si sposta verso gli aspetti esteriori del foglio di carta, inizia a misurare e ad osservare l’aspetto formale delle cose, i colori, l’espressività dei volti e cerca di riprodurli così come sono (realismo visivo).

Varie espressività per comunicare

Di certo l’espressione orale è la forma più evoluta di comunicazione ma non è affatto l’unica. Si può comunicare intensamente attraverso la musica, anche soltanto con il corpo, nel teatro, nel movimento del mimo oppure nella danza, come, ad esempio, nella danza africana, con un movimento che segue fondamentalmente un ritmo.

Nel filmato di questo secondo link, invece, vediamo un esempio di ricercata espressione poetica, ritmico-motoria di danza moderna: il famoso ballerino argentino Jorge Donn, primo ballerino del Ballet du XX siècle di Maurice Béjard, alla fine degli anni ’70 e nel corso degli anni ’80 del secolo scorso, diventa interprete, sulle note del Bolero di Maurice Ravel, del sentimento dell’amore e della passione.

Questa rappresentazione artistica divenne famosa e raccolse un successo internazionale, inserendosi nelle nuove espressioni artistiche del dopoguerra, frutto maturo delle prime sperimentazioni artistiche d’avanguardia d’inizio Novecento ed, in particolare, degli anni ’20 e ’30, come il Metodo Stanislavskij e la danza moderna di Ruth St Denis.

Posizionato su una piattaforma rotonda sopraelevata rispetto al pavimento, un uomo danza; al livello del pavimento, altri ballerini lo accompagnano e gli fanno da cornice con il loro movimento di flusso orario e antiorario. Spinto da un vorticoso ritmo musicale incalzante e ipnotico, il ballerino a torso nudo, giovane e sensuale, evoca sentimenti poetici che parlano di bellezza e di passione.

Come la danza, anche il canto è capace di creare atmosfere di grandi emozioni e fornire stimoli di riflessione esistenziale, come in questa famosa canzone di Fabrizio De André.

Nell’espressione plastica l’intenzione è riprodurre forme o immagini ideali o reali in oggetti in rilievo, usando fondamentalmente le mani per plasmare ad esempio argilla, legno o pietra, dando in tal modo vita a nuove creazioni artistiche.

Il segno grafico come espressione di sé

L’espressione grafica traduce invece i propri sentimenti, desideri, pensieri, ideali in segni convenzionali che restano come tracce sul foglio. E’ la forma espressiva preferita dai bambini poiché lasciare un segno del proprio passaggio è semplicemente fonte di pura gioia. In tal modo, il bambino si sente “vivo” tra gli altri esseri viventi, si esprime, afferma la propria presenza.

A cominciare dallo scarabocchio, il disegno e poi la scrittura sono “gesti grafici”, ovvero movimenti organizzati in modi particolari che prendono determinate direzioni all’interno dello spazio grafico. Il bambino nelle sue tracce grafiche dice molto di sé: il suo senso di vita, i suoi sentimenti, il suo desiderio di comunicare, i suoi bisogni, le sue idee…

La scrittura inizia verso i 6 anni ma l’attività grafica era stata avviata già a 10 mesi. Scrivere è un atto grafico complesso frutto dello sviluppo psicomotorio, tappa per tappa, a partire dalla nascita. Tra i fattori più importanti, vi è lo sviluppo motorio, lo sviluppo psico-affettivo, lo sviluppo cognitivo, lo sviluppo del linguaggio, lo sviluppo della strutturazione spazio-temporale e infine l’esperienza acquisita con esercizi specifici.

Susanna Primavera