Fino a poco tempo fa, scrivere a mano fin da bambini, dapprima attraverso macchie, impronte, disegno primordiale e scarabocchi ed, in seguito, attraverso la scrittura e il disegno figurativo, era ritenuto del tutto in linea con lo sviluppo insito nella crescita dell’individuo. Tali capacità facevano parte del patrimonio espressivo psicomotorio, affettivo e mentale del bambino. La scrittura in corsivo portava automaticamente alla lettura e all’elaborazione del concetto, alla formazione di un’idea astratta, ad un codice scrittorio. L’applicazione costante della scrittura corsiva portava alla conquista della punteggiatura e dei suoi significati, della sillabazione e dei suoi ritmi e infine al lessico e alle regole della grammatica. L’applicazione costante della scrittura corsiva portava alla fluidità del gesto e alla velocità. E’ ancora così?
La legge sui DSA, n.170/2010
Nella relazione denominata: “I principali dati relativi agli alunni con DSA” aa.ss. 2019/2020 – 2020/2021
luglio 2022, dell’Ufficio di Statistica del Ministero dell’Istruzione, si parla di un incremento costante del numero di alunni con questi disturbi: “Nel corso del tempo, si è assistito ad una progressiva crescita del numero degli alunni con tali tipologie di disturbi nel complesso del sistema scolastico“. Lo scopo di questa legge è prevedere percorsi che permettano ad alunni con DSA il successo formativo e l’inclusione scolastica di tutti gli alunni, che parte dai principi costituzionali di pari dignità sociale di ogni cittadino. Alla scuola è stato assegnato il compito di individuare forme didattiche e modalità di valutazione adeguate.
Ecco un quadro della situazione italiana, con gli studenti con DSA certificati, tenuto conto che la prima valutazione svolta è datata febbraio 2011:
(a febbraio 2011 prima rilevazione dei dati)
as 2010-2011: 65.219 alunni certificati, 0,7% pop scol.
as. 2011-2012: 90.030 alunni cert., 1,2 % pop scol.
as. 2017-2018: 276.109 alunni cert., 3,2% pop scol.
as.2018-2019* : 298.114 studenti, 4,9% pop scol.
as 2019-2020**: 318.678 studenti, 5,3% pop scol.
as 2020-2021: 326.548 studenti, 5,4% pop scol.
Dalla mia esperienza di intervento sulla disgrafia
Come mai il numero degli alunni con DSA è cresciuto così tanto nell’arco di una quindicina d’anni? La risposta ufficiale: la maggiore consapevolezza di tutto il sistema scolastico alla tematica porterebbe ad un ricorso maggiore della legge.
La mia impressione è che qualcosa sia cambiato radicalmente anche nell’atteggiamento delle maestre verso l’insegnamento della scrittura, ed in particolare del corsivo. Lo si insegna ancora? Come lo si insegna? Forse, da qualche parte, nemmeno lo si insegna più, richiedendo per la scrittura soltanto lo stampato maiuscolo e lo stampatello .. come essere tornati d’un colpo solo nel VII sec. A.C., presso i Romani ad usare soltanto le capitali romane.
Prevenire la disgrafia? Alla Scuola dell’Infanzia
Nella mia lunga esperienza di recupero della disgrafia, ho notato che moltissimi bambini, che avevano incontrato difficoltà nell’apprendimento della scrittura in prima elementare, non avevano vissuto un percorso di “Educazione al gesto grafico” né alla Scuola dell’Infanzia né alla Scuola Primaria.
L’Educazione al gesto grafico non va confusa con un semplice percorso di pregrafismo perché, come dice la parola stessa, si tratta di “educare” lentamente un corpo intero al gesto scrittorio e non solo alla scrittura dei caratteri. Va anche detto che molti di questi bambini con difficoltà grafiche non avevano nemmeno frequentato con regolarità l’intero ciclo della Materna.
Il fatto che in Italia la Scuola dell’Infanzia non sia obbligatoria, come in Francia, ad esempio, non significa che essa sia da considerarsi opzionale. Gli anni della Scuola dell’Infanzia sono gli anni migliori per stimolare tutte le abilità di base, intellettive, relazionali, psicomotorie… Fin dai 4 anni si può iniziare ad educare la mano e il braccio, impostando la postura, l’impugnatura, il tratteggio, la coloratura, il coordinamento occhio-mano, la direzione della scrittura e dando le prime regole dello spazio grafico, stimolare la lateralità, la motricità generale e la motricità fine.
Se si vuole invertire il trend dell’abbandono scolastico, occorre investire nella prevenzione. Per questa ragione ritengo che ogni Scuola dell’Infanzia, debba prevedere con regolarità, di anno in anno, un programma di “Educazione al gesto grafico”, guidato da un grafologo specializzato.
Il corsivo favorisce lo sviluppo psicomotorio e del pensiero
E’ incredibile l’errore di percezione, un bias cognitivo, che fa ritenere il corsivo troppo “difficile” da eseguire, rispetto allo stampato. In verità il corsivo è facile, soprattutto per i bambini con difficoltà motorie e prassiche, perché riprende le forme primordiali del pregrafismo, gli scarabocchi, le spirali, le onde e i puntini dei primi tentativi di scrittura del bimbo di due anni. Un bambino rigido nei movimenti, teso nell’impugnatura e in ansia da prestazione perché dovrebbe rifugiarsi in un carattere rigido e slegato come lo stampato? Con quale beneficio?
Nel morbido corsivo, ogni lettera rappresenta un movimento con un proprio preciso programma motorio, diverso da quello di ogni altra lettera. Ogni lettera è simile ad una pista, un percorso, con un punto di via e una direzione da prendere, con ordine e progressione. Il corsivo propone la linearità della logica e favorisce fluidità e velocità, anche di pensiero.
Lo stampatello invece ripropone l’antica idea, ormai superata, della presentazione delle lettere come se si trattasse di un disegno; inoltre, lo spezzettamento, tipico dello stampatello, rallenta lo slancio e il dinamismo ritmato della mano. Se il corsivo favorisce anche lo sviluppo psicomotorio e viene abbandonato, possiamo concludere in accordo con la pedagogista Cristina Pendola. “La perdita del corsivo è alla base di molti Disturbi di Apprendimento segnalati dagli insegnanti della scuola Primaria e che rendono difficile tutto il percorso scolastico.”
Il corsivo quindi non è difficile e la scrittura va esercitata ogni giorno. L’automatismo esecutivo, derivante dalla frequenza della pratica di scrittura, (Vedi l’esperimento Nulla dies sine linea del Prof. Vertecchi) porta lentamente all’abilità nello scrivere. Altro che abbandono!
Susanna Primavera
Grafologa Educatrice del Gesto Grafico Perito Giudiziario Psicologa
www.disgrafiapura.it
Note Link dati statistici:
2010-2011 e 2011-2012: Dati statistici della situazione DSA in Italia 2010/12 (Scarica PDF)
2017 – 2018: Dati statistici della situazione DSA in Italia 2017/18 (Scarica PDF)
2018-2019 e 2019-2020: Dati statistici della situazione DSA in Italia 2018/20 (Scarica PDF)
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