La nascita della scrittura
Scrivere ovvero “fissare” un pensiero nero su bianco. Credo che da sempre l’uomo abbia sentito questa esigenza di non fermarsi soltanto alle parole, un pò per praticità e calcolo e un pò anche perché “scripta manent“! La penna oggi, lo stilo ieri, ma sempre per registrare e non dimenticare. La scrittura stimola l’intelligenza, favorisce la memoria, amplia gli orizzonti e sostituisce, almeno in parte, la comunicazione orale.
La sua importanza nella storia è indiscutibile in quanto ha rappresentato una grande rivoluzione culturale nel sistema di comunicazione dei popoli. Nonostante la famosa critica di Platone nel Fedro (275a), secondo cui essa avrebbe costretto gli uomini a richiamare le cose alla memoria meccanicamente dall’esterno e non più per introspezione, essa ha permesso all’umanità fin dall’inizio di fare enormi progressi.
Linguisticamente, la parola scritta rimanda ad un sistema di segni verbali ovvero ad un codice grafo-fonetico, che contiene un significato ed è perciò intelligente. In linguistica, si parla di significante per indicare il piano espressivo: un’immagine, una forma acustica e di significato per indicare il piano del contenuto: concetto o idea, correlato al significante. Forma e contenuto definiscono il segno grafico.
Le origini della scrittura
Le prime forme di scrittura sono pittografiche, rappresentano oggetti e idee, e nascono nel mondo quasi contemporaneamente 5500 anni fa, in quattro continenti: in Medio Oriente, in Egitto, in Cina e nell’America precolombiana. Dapprima in forma pittografica, poi fonetica e, infine, sillabica.
I primi esempi di segni organizzati che diventeranno un vero e proprio alfabeto provengono dai Sumeri in Mesopotamia, all’inizio dell’età del Bronzo (3400-300 a. C.). Ad Uruk, vennero ritrovate le prime forme di scrittura, di tipo cuneiforme, nata per esigenze di tipo amministrativo come inventari e registrazioni commerciali incisi su tavolette di argilla. La nostra scrittura alfabetica venne invece introdotta dai Fenici, nel XV sec. a.C. e diede origine alla scrittura greca, etrusca e latina.
I vari tipi di scrittura, possono essere raggruppati in tre tipologie: la geroglifica, la lineare A (usata sull’isola di Creta dai Minoici), e la lineare B (usata dai Micenei).
Una forma di prescrittura è la scrittura dei Sumeri, una scrittura ideofisiografica, che non è fonetica e va letta a blocchi, racchiusi entro spazi geometrici precisi, e non per elementi successivi come avviene nel sistema lineare. Si tratta di un modo di scrivere semplice e limitato dal punto di vista espressivo, non adatto ad esprimere la complessità di idee e di ragionamenti.
Man mano che il tempo passa, il codice sumerico si arricchisce con gli Accadi, intorno al 2200 a. C., e si trasforma in una scrittura vera e propria, con segni numerici usati a mò di sillabe durante la lettura degli ideogrammi, riuscendo a formare in tal modo le parole.
La scrittura egizia
La scrittura nasce contemporaneamente sia in Egitto che in Mesopotamia, in modi completamente diversi. Con la loro forma di scrittura, non solo funzionale alla praticità ma anche spirituale ed artistica, gli Egizi hanno dato uno dei più grandi contributi allo sviluppo dell’umanità. Quella geroglifica è una scrittura ideografica, in cui i segni verbali traducono in immagine il significato che contengono, senza che ci sia bisogno di una parola per indicarlo.
In questa scrittura altamente artistica e spirituale, i segni stilizzati e caratterizzati in forme pittografiche sono più di 3000. Aggregando segni diversi e creando quindi immagini articolate di suoni simili, era possibile esprimere concetti astratti. Questa prima forma di scrittura molto valida è stata infatti utilizzata per ben 3000 anni, per passare poi successivamente alla scrittura ieratica, più semplice e veloce e più adatta al calamo, una canna cava, intinta nell’ inchiostro nero. Come supporto, veniva usato in genere il papiro. Infine, dal 7 sec. a.C. questa scrittura cambia ancora e diventa demotica, ancora più pratica, veloce e popolare, meno “sacra” del geroglifico. Verso la fine del VI sec. d.C., queste tre scritture egizie verranno sostituite da quelle greche e copte.
Nel 1822, grazie allo studio della Stele di Rosetta, Jean-François Champollion decifrò per la prima volta i geroglifici. La stele, infatti, presentava uno stesso testo del 196 a.C., riportato in geroglifico, demotico e greco antico.
La scrittura in Medio Oriente
Pressapoco nell’attuale Libano, i Fenici, mossi da esigenze di navigazione e commercio, ricercarono il modo più semplice per comunicare graficamente, in sostituzione della scrittura cuneiforme e geroglifica, usate fino a quel momento.
Il loro nuovo sistema di scrittura è completamente astratto ed alfabetico, si compone di 22 segni base, ha un’ inclinazione a sinistra e si evolve in quattro fasi: Fenicia arcaica (ca dal 1400 al 850 a.C.), Fenicia media o classica (dal VI al V sec), simile alla precedente, Fenicia recente, elegante con aste allungate e variamente inclinate, infine la Neopunica contenente una prima forma di ortografia.
La scrittura consonantica si diffonde in tutto il Medio Oriente e la ritroviamo nell’aramaico e nella lingua ebraica.
La scrittura greca
Attraverso l’espansione commerciale, la scrittura si diffonde in tutto il bacino del Mediterraneo e viene adottata da tutti i popoli confinanti. Tra il IX e VIII secolo a.C., i Greci completano l’alfabeto fenicio inserendo qua e là delle vocali fino a dare ad ogni suono la propria lettera corrispondente, diversa da tutte le altre. Le lettere sono 24 dalla forma geometrica, calligrafica, simmetrica e verticale. Come tutta la cultura greca, anche la scrittura ricerca nella sua forma armonia ed equilibrio (ordine, spaziature e proporzioni). La continuità con parole non separate tra loro, è una sua caratteristica di fondo.
L’alfabeto latino
Dall’alfabeto greco, rimaneggiato da Etruschi, Umbri e altri popoli ancora, ha dato origine all’alfabeto latino (V sec. a.C.).Tracciato da sinistra verso destra ed in senso inverso nella riga successiva, giungerà a creare due tipi di scrittura: una dritta e l’altra corsiva.
L’alfabeto latino rimarrà inalterato fino ai nostri giorni, tranne che per l’inserimento di alcune lettere: Y e Z durante le guerre di espansione in Grecia, la W, durante il Medioevo dietro l’influenza delle lingue tedesco e inglese, e infine J e U in età moderna.
Anche nella scrittura romana si trova la ricerca di armonia, bellezza e perfezione geometrica. Lo vediamo nelle “Capitali” Monumentale e Quadrata, la cui forma deriva direttamente dal triangolo, cerchio e quadrato.Nella parte finale delle lettere si trovano le “grazie” di forma triangolare, che consentono una chiusura di lettera chiara e decisa. Base e altezza delle lettere, le rendono perfettamente delimitate e allineate. La Capitale Quadrata è rimasta fino ad oggi il riferimento formale per tutte le maiuscole degli alfabeti.
La minuscola carolina in onore di Carlo Magno
Dalla prima metà del III sec. d.C., la scrittura romana si modifica, si allunga talvolta verso l’alto e si abbassa verso il basso, grazie alla flessibilità della penna di volatile; è la nascita delle lettere “minuscole”. La minuscola primitiva è la scrittura dei libri mentre la minuscola corsiva è quella dei documenti. Questo secondo tipo di scrittura è detta anche Onciale, nata nel IV sec. in contrapposizione alla Capitale ed è caratterizzata dalla rotondità delle forme.
Le scritture Onciale e Semionciale attraverseranno la Manica grazie ai missionari cattolici, per giungere in Inghilterra, ove diventeranno i modelli della scrittura inglese ed irlandese. Semplice da scrivere, rotonda, chiara da leggere, la scrittura minuscola moderna o Minuscola Carolina, in onore di Carlo Magno, promotore dell’unità grafica dell’Occidente, attraverso le scuole, farà la sua comparsa all’inizio del VIII sec.
Ogni Stato personalizza la scrittura carolina: in Germania è grossa, pesante e angolosa; in Inghilterra è alta, stretta e sottile; più rotonda in Francia e Spagna; ancora più bella, grande e rotonda in Italia, ove diventa il modello ideale degli umanisti.
Il gotico
Nel XXII sec. fanno la loro comparsa le Università laiche che determinano un radicale cambiamento nelle modalità di diffusione della cultura. E’ sempre più necessario sapere scrivere in modo standard e in fretta. Nasce la scrittura gotica con lo slancio verticale verso l’alto, la trascendenza, tipico dell’architettura dell’epoca. Sulla scia dell’influenza gotica, in Francia nasce la Lettera Bastarda come libraria.
La nascita dei caratteri mobili
La diffusione della cultura nelle officine scrittorie fa nascere l’esigenza di una produzione di testi economici trascritti dall’originale a cura di più copisti. Nasce la stampa, la forma tecnologica più avanzata della scrittura: rapida, standard e impersonale.Il primato
Il primato è della Francia, nel XVI sec., delle più importanti realizzazioni tipografiche, dopo quelle veneziane. Nel XVII sec. nasce il pennino flessibile e appuntito, particolarmente adatto per le decorazioni previste nella scrittura di quel periodo.Verso il 1750 nascono i vari caratteri di stampa, i font diversi per ogni esigenza estetica ed artistica.
L’ottocento
Nel XIX sec. il lavoro tipografico viene meccanizzato. Nasce contemporaneamente la necessità di una decorazione nuova della pagina stampata: è il momento del successo dei disegnatori di caratteri: arabeschi, ghirigori, capricci che abbelliscano rinnovando e rendendo originale la scrittura dell’epoca. Si stampa di tutto, generi diversi di lettura, come il giornale, la rivista, gli opuscoli e, non a caso, l’istruzione diventa obbligatoria.
La pubblicità inizia la sua corsa verso la stampa e la cartellonististica murale. Il suo testo è accompagnato da una o più immagini e la sua forza espressiva è importante. Nasce in Germania la litografia e fiorisce un numero infinito di nuovi caratteri. Il criterio alla base della progettazione pubblicitaria è: decorazione, struttura e funzione. L’obiettivo non è soltanto la comunicazione fine a se stessa ma anche la trasmissione degli stati d’animo e dei sentimenti contenuti nel messaggio di testo.
L’Art Nouveau ha come caratteristiche del disegno le forme stilizzate, la forte tendenza alla bidimensionalità e il gioco dei contrasti.Grazie alla litografia, quest’arte potrà accedere ai grandi e spettacolari formati nella cartellonistica.
Lo stile moderno
Un grande sviluppo nello studio della simultaneità nella percezione visiva e nella comunicazione ha origine dall’invenzione del cinema, della radio, dell’auto e dell’aereo. I Fauves e il cubismo influenzano l’Art Déco, a Parigi, così battezzata nel 1966. La pubblicità di Olivetti, Pirelli, La Rinascente mostrano esempi di comunicazione moderna nella storia della grafica.
Negli anni ’50 e ’60 in America la grafica pubblicitaria è brillante, vivace ed efficace. Nascono specializzazioni in ambito professionale grafico: pubblicitario, editoriale, segnaletica e il lettering, lo studio di nuovi caratteri.
Nel mondo attuale della stampa elettronica, tutto è facilitato dallo strumento: lettura e scrittura. La velocità con cui procede il progresso è impressionante. Le comunicazioni sono cambiate oggi possiamo perfino chattare, parlare e filmarci in rete con persone dall’altra parte del mondo, in tempo reale.
Tuttavia, l’importanza della scrittura non è cambiata perché la mano non è solo uno strumento svincolato dal cervello, anzi, è la sua più alta espressione in movimento. Pertanto, perdere la capacità di scrivere a mano è perdere una parte di sé creativa, abile e artistica. Le ricerche sulla scrittura a mano dicono che i bambini che scrivono di più sono più svegli e più bravi a scuola, perché ricordano meglio e sono più abili nel ragionamento.
Il Metodo Primavera può rivelarsi di grande aiuto nella Scuola Primaria ma anche nella Scuola dell’Infanzia per il suo approccio semplice e chiaro. I bambini che lo seguono diventano più sicuri di sé, più tranquilli e precisi…
Susanna Primavera
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